martedì 19 gennaio 2010

il piccolo principe


Gli incontri che arricchiscono la vita

di Gianluca Matarrelli

«Ecco il mio segreto. È molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi»


“Il Piccolo Principe”, il più famoso libro di Antoine de Saint-Exupéry, continua a emozionare i lettori di tutte le età per la sua poetica semplicità e per la profondità dei suoi contenuti. Tra le pagine più famose, spiccano senza dubbio quelle che descrivono l’incontro tra il protagonista e una volpe selvatica. Il lettore è indotto a riflettere sul valore e sull’importanza dell’amicizia e dell’amore, che sono il sale dell’esistenza umana.
La nostra vita acquisisce sapore solo quando c’è qualcuno che la arricchisce con le sue premure, la sua presenza, con “riti” quotidiani che pian piano ci “addomesticano” fino a che non possiamo più fare a meno dell’altro. Una condizione, quest’ultima, che è gioia e tormento allo stesso tempo.

L’incontro tra i due personaggi

Il piccolo principe, trovandosi su un pianeta completamente diverso da quello d’origine, è triste e solo. Ha assolutamente bisogno di amici e pensa di poterne trovare tra gli uomini. Incontra una volpe, a cui chiede subito di giocare. L’animale rifiuta la sua proposta perché non è addomesticata. Anche la volpe, però, ha bisogno di legarsi a qualcuno e, per questo motivo, chiede al Piccolo Principe di addomesticarla. Il protagonista accetta e riesce a creare un legame di amicizia con l’animale seguendo i consigli dello stesso.
I due rimangono insieme fino al giorno della partenza del Piccolo Principe. La volpe è triste, ma non è pentita di essere stata addomesticata, perché, grazie all’amicizia, la sua vita, un tempo monotona, adesso ha un nuovo senso e cose che un tempo per lei non avevano alcun valore, come il colore del grano, adesso hanno acquisito un significato perché le ricorderanno per sempre il suo amico. Anche la vita del Piccolo Principe è più ricca: non solo egli ha trovato una nuova amica, ma ha anche compreso che i legami affettivi rendono gli esseri viventi unici e ha capito il valore inestimabile della sua amica lontana, la sua rosa.
Ci sono tante volpi, tante rose, ma una sola è la volpe importante per lui, una sola la rosa che gli sta a cuore.

Cosa vuol dire “addomesticare” qualcuno
«“Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?
“È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ‘creare dei legami’...”
“Creare dei legami?”
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”».
Per addomesticare qualcuno, non bisogna essere frettolosi. Sono necessarie molta pazienza e molta attenzione all’altro. Conviene dosare le parole, che spesso «sono una fonte di malintesi». Ed è utile creare dei “riti”, ossia appuntamenti, consuetudini, ricorrenze fisse, in modo tale che chi ne beneficia non ne possa fare più a meno. Addomesticare significa creare dei legami per la vita. «Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato».

Approfondimenti
Per saperne di più

- Antoine de Saint-Exupéry - Biografia.

- Il piccolo principe: cap. 21.

Questo articolo è tratto da Ripensandoci

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