mercoledì 30 luglio 2008

Mario Capanna a Santa Caterina

Comune di Nardò
Provincia di Lecce
Regione Puglia
Pro-Loco di Santa Caterina
Costruire Insieme
Presidi del Libro

Presentano












Venerdì 1 agosto ore 20.30

Santa Caterina – Piazza Nardò


Mario Capanna

Il sessantotto al futuro

Garzanti

Introduce
Sonia Cataldo – Presidente associazione Emergenze Sud – Parabita

Interverranno

Gino Santoro – Università del Salento
Genoveffa Giuri del direttivo dell’Associazione Costruire Insieme

Il vicesindaco Giancarlo De Pascalis
Recherà il saluto dell’Amministrazione comunale di Nardò



Un saggio polemico sul Sessantotto, tra passato e futuro prossimo. Mario Capanna traccia la storia di questo periodo senza tralasciare alcuni consigli su ciò che reputa opportuno per l'Italia nel suo futuro politico-esistenziale. Dall'analisi storica a quella sociologica, dalla ricerca di nuovi assetti per la democrazia all'economia, il '68 ha unito multiformi elementi nell'espressione unitaria di un disagio e nella forte asserzione, da parte di migliaia di individui, di tornare ad essere soggetti e protagonisti del progresso.

Mario Capanna è uno tra gli scrittori italiani più affermati . Tra le sue opere principali ricordiamo Formidabili quegli anni (1988); Arafat (1989, sulla figura del leader palestinese Yāser ˁArafāt, molto stimato da Capanna); Speranze (1994); Il fiume della prepotenza (1996); Lettera a mio figlio sul '68 (1998, di cui curò ben 12 edizioni); L'Italia viva (2000); tutti libri editi dalla Rizzoli. Nel 2003, per la Baldini & Castoldi, ha pubblicato Verrò da te, considerato da molti il suo lavoro letterario più riuscito; Coscienza globale oltre l'irrazionalità moderna (2006)

sabato 26 luglio 2008

Giancarlo Tramutoli - Uno che conta - Manni



«Ma il protagonista del tuo romanzo sembra un ossesso che salta su una gamba sola dicendo io, io, io, io, io…» Così mi dice il giornalista dell’“Unità”. Sto presentando il mio libro alla Feltrinelli di Bari. E io vorrei dirgli: “Ma se ce l’ha una forza, ’sto personaggio, sta proprio in questa sua patologica ossessione egocentrica che si capisce che non è proprio uno normale, che non gli vien mica facile stare tra la gente, che la sua vita è in salita e che cose semplicissime per la maggior parte delle persone, per lui diventano complicate assai.” Questo avrei voluto rispondere. Invece gli ho detto con serenità: «In effetti, è così, è un tipo ossessivo, ma a me così m’è venuto, che conosco i miei limiti e ho cercato di utilizzarli nella direzione della caricatura, del grottesco, dell’esasperazione.»

martedì 22 luglio 2008

Chiara Galignano: percorso di scrittura

Innanzitutto, scrivere è il mio modo preferito di comunicare: dall’sms alla letterina per la vecchia amica di penna, al bigliettino veloce lasciato sul tavolo, dalla mail kilometrica, all’appunto fermato in un cinema o a lezione.

A volte è necessità che nasce, affiora in un luogo strano in un momento inopportuno. Altre volte è riposo solitario. Ma altre volte ancora, scrivere diventa difficile. Quando le parole sono troppo incastrate nei pensieri o i pensieri troppo ricorrenti ed insistenti, e le immagini si fanno monocromatiche e spezzate, tutt’altro che bozzettistiche.

Scrivere è per me un tempo. Un tempo in cui fermarmi, variare i ritmi, cambiare i battiti del quotidiano. Un tempo che posso imprimere al mio passo, dandogli la forma del mio pensiero, recuperando le immagini che distrattamente ho salvato nella mia memoria, per qualche motivo, andando qua e là per la vita...

Scrivere è per me anche un luogo. Un luogo in cui ritrovarmi con me stessa, fare i conti con ciò che spaccio di me ogni giorno in ogni incontro con l’altro, e col bottino che dell’altro mi porto via.

Scrivere è il luogo in cui proteggermi ed espormi, insieme rifugio e palco del mio io “saltimbanco dell’anima”...

Scrivere è luogo del mio presente e tempo della memoria.

Ed è stato proprio da questo scrivere che è nato “Pocomeno”: si è formato lentamente, trascinato dalla corrente dei pensieri e dal caso delle immagini che chiedevano forma, anzi, svariate forme.

“Pocomeno” non viene fuori da un’idea, infatti, né da una volontà predefinita o da una richiesta di chi conosceva la mia scrittura e sperava ne pubblicassi qualcosa.

Solo, ad un certo punto, ho sentito la necessità (ed eccolo che ritorna, dunque, questo necessario sentire ) di mettere insieme i vari testi che erano nati come organismi autonomi, ordinandoli in una forma più piena e completa, più corposa.

Così sono venute fuori le due sezioni del libro, e la terza, poi, in coda, quasi a sigillo, come volesse riportarmi e riportare chi legge alla realtà di ciò che sono, al di là di parole e pensieri, nel quotidiano.

La decisione di pubblicarlo è stato un passo successivo e non semplice: una scelta voluta dal desiderio di condivisione di quelle sensazioni ed immagini che avevo raccolto e raffinato attraverso le mie parole, nella convinzione (o forse speranza, piuttosto) che qualcuno potesse ritrovarsi tra quei versi, o semplicemente emozionarsi leggendo.

Da qui il titolo, nella sua volontà di essere “ comunione” d’umanità.

Arrivare a questo punto, però, ha significato anche dover superare lo scoglio del “tutto è già stato scritto, e bene, e meglio anche”: un pensiero, forse anche un po’ dilettantesco, di chi si accinge a passare da lettore ad autore, responsabilmente.




Chiara Galignano

“Pocomeno” – Lupo editore

sabato 19 luglio 2008

Essere donna e artista ... l'arte di Paola Scialpi

Per chi conosce l'artista non sfugge all'occhio osservatore che Paola Scialpi osa rinnovarsi, volta per volta, sorprendendo e avanzando verso un pubblico che rimane spesso senza parole, sbalordito. Detto dalla pittrice, l'arte è la sua vita, per cui ogni aspetto che la colpisca, sia nel quotidiano semplice, nel vissuto odierno, sia tra gli eventi che coinvolgono le coscienze umane, nei telegiornali o nel racconto di una persona conosciuta, lì nel profondo delle sue emozioni, dove lei basa la propria vita, è proprio in quell'angolo del suo intimo che nasce l'espressione massima della sua pittura. Come un vulcano che non può trattenere tutto il calore contenuto nel cuore della terra, è così che in Paola Scialpi esplode il potere di esprimersi attraverso i pennelli. E lo fa con la stessa naturalezza con cui beve un bicchiere d'acqua o calca i passi sulla strada. Dopo un periodo di ricerca e di evoluzione, dove ha scovato in fondo a se stessa l'ennesima strada artistica (percorso), ricominciando dal colore (il rosso) e dal non colore (il nero) con le loro varie tonalità, aggiungendo a poco a poco anche il colore della pelle, ecco che Paola arriva a questa mostra iconografica "D" (donna), spogliandosi anche lei di tutte le donne che le sono passate davanti agli occhi, senza più pudori, ammirando e valutando ogni aspetto di questo essere, troppo condizionato dai valori, ma troppo necessario per proseguire un cammino che si può fare, meglio, se in due.

Adriana Maria Leaci

venerdì 18 luglio 2008

Intervista alla Presidente dell’Associazione nazionale coordinamento comitati pari opportunità (UniCpo)


Fiorenza Taricone, studiosa di pensiero politico e questione femminile ci spiega la funzione dei Comitati di pari opportunità e della associazione che li riunisce

di Rossella Bufano

D Lei è presidente dell’Associazione nazionale coordinamento comitati pari opportunità universitari. Ci spiega le funzioni di questo organismo?

R L’associazione ha per acronimo UniCpo che sta per “Università Comitati pari opportunità”, per cui è bene precisare che “UniCpo” e “Associazione nazionale coordinamento comitati pari opportunità” sono la stessa cosa. L’associazione nasce con l’obiettivo, in primo luogo, di diffondere e applicare le politiche di pari opportunità negli atenei, rivolgendoci quindi alla componente docente, tecnico-amministrativa e studentesca. Per poter procedere abbiamo quindi bisogno di censire i Comitati di pari opportunità regolarmente costituiti e attivi all’interno del mondo universitario, sapere in breve di quante e quali forze disporre. Il fine ultimo è quello di incentivarne la costituzione regolare o in taluni casi di procedere al rinnovo di quelli scaduti.

D Quando è stato costituito l’UniCpo?

R La costituzione in associazione è l’epilogo di un percorso lungo e sofferto iniziato nel 1998 a Genova quando fu fondato un Coordinamento dei Comitati Pari Opportunità universitari, presieduto da Grazia Morra, attiva ancora oggi nell’associazione. Nel corso di questi anni il Coordinamento ha continuato a riunirsi in varie città italiane, a costruire stimoli e iniziative. Ha organizzato momenti ufficiali di lavoro come i convegni e la pubblicazione degli Atti, e ha tentato di aggiornare la mappatura dei Comitati forniti dei requisiti previsti dalle leggi. A seguito di contatti avuti con il Ministero Pari Opportunità, Ministra S. Prestigiacomo, il Coordinamento ha riflettuto sulla opportunità di trasformarsi in associazione e quindi assumere una veste giuridica strutturata rispetto alla informalità di un coordinamento. La costituzione è avvenuta nel convegno di Pavia del 2005 mentre l’elezione degli organi interni è avvenuta a Siena nell’ottobre del 2006 e in quell’occasione sono stata, appunto, eletta presidente dell’associazione.

D I Comitati di pari opportunità, invece, da quando esistono? E a chi si rivolgono?

R La nascita dei Comitati di pari opportunità è stata sancita dalla L. 125/91 sulle azioni positive nelle amministrazioni pubbliche e private, sempre con la finalità di avviare pratiche culturali e politiche ispirate ai principi delle pari opportunità. Ma all’interno delle università, erano già previsti da un DPR del 1987 e riguardavano inizialmente il personale contrattualizzato, cioè il personale tecnico-amministrativo. In seguito gli interventi sono stati estesi alla componente docente e hanno riguardato, quindi, anche la trasmissione culturale alle giovani generazioni e la tematica delle discipline di genere.

D Può farci qualche esempio di azioni realizzate?

R Per il personale docente e tecnico-amministrativo sono stati formulati i codici di condotta sul mobbing e la prevenzione per le molestie morali e sessuali. Questi implicano anche la nomina di una consigliera di fiducia alla quale spetta accogliere le denunce e risolvere la vicenda segnalata. Qualora emergono aspetti penali, il caso passa di competenza alla consigliera di parità sul territorio.
Un altro esempio è la proposta talvolta realizzata in alcune università di asili nido aziendali, che sono utili non solo al personale tecnico-amministrativo ma anche alle e ai docenti che vivono nella città dove lavorano.
Sul piano culturale va ricordato lo sforzo di trasmettere alle giovani generazioni un sapere che tenga conto anche delle acquisizioni degli studi femministi e di genere. Attivare discipline di genere all’interno di curricula già previsti, è impresa non facile, talvolta viene agevolata dalla istituzione di nuovi corsi di laurea, come nel mio caso per il Corso di laurea di Scienze della comunicazione a Sora, polo didattico di Cassino. Nella laurea specialistica ho attivato “Pensiero politico e questione femminile”, analoga materia insegnata già da anni da Ginevra Conti Odorisio presso l’università Roma Tre, per citare due esempi.

D Diceva che UniCpo dovrebbe censire i Comitati di pari opportunità presenti sul territorio. Questo vuol dire che non se ne conosce la consistenza?

R Esattamente. Molti comitati sono nati solo sulla carta, altri sono stati voluti e ispirati da politiche maschili, altri ancora, una volta terminato il budget messo a disposizione, hanno interrotto la loro attività. Se ne deduce che la loro presenza sul territorio è a macchia di leopardo, ma è una realtà che non si conosce con precisione.

D Lei studia da anni l’associazionismo femminile e coerentemente lo pratica. Com’è oggi il rapporto tra donne?

R Le donne sono capaci di operare in straordinaria sintonia oppure di impedire e ostacolare qualsiasi forma di “rete”. Purtroppo una componente immancabile nell’associazionismo femminile è l’antagonismo che vede gruppi di donne porsi in contrapposizione ad altri.

D Cosa scatena l’antagonismo?

R Il rapporto con il potere. La donna deve avere il coraggio di riconoscerne la non estraneità rispetto al genere femminile, anzi spesso la forza di attrazione, ma allo stesso tempo, una familiarità neanche lontanamente paragonabile a quella che hanno potuto intrattenere gli uomini. Le regole e le dinamiche del potere sono state cucite addosso agli uomini, adattate alle loro esigenze, anche se conservano una buona dose di astrattezza che prescinde dal sesso, e implicano regole che talvolta prescindono dal sesso. Tuttavia le donne quando lo approcciano, ricalcano le modalità di antagonismo tipicamente maschile, peggiorato dalla rivalità tipicamente femminile.

D Questo antagonismo è presente anche nell’UniCpo?

R Sì. Moderatamente all’interno, ma è forte all’esterno da parte di altri raggruppamenti femminili.

D C’è una causa particolare?

R Abbiamo cercato di sviscerare l’origine della conflittualità, o meglio di porci sul terreno della ragione, ma occorre onestamente dire che ci si imbatte spesso in una conflittualità fine a se stessa, pretestuosa e che nasconde evidentemente altri fini. Comunque, per riassumere e farci capire da chi legge, l’associazione si è data uno statuto che prevede la partecipazione non solo ai comitati ma anche a singole persone, rappresentative per la loro attività presente e passata nei comitati o nelle politiche di pari opportunità. Le ostilità sono nate appunto dal fatto che nell’associazione così concepita il ruolo dei Comitati universitari perde d’importanza. Ma vorrei chiarire al riguardo due punti fondamentali. Il primo è che lo statuto dà maggiore peso ai comitati, come è giusto che sia, e non ai singoli, naturalmente in sede di assemblea generale deliberante. Il secondo punto è che con questa apertura l’associazione ha inteso non rinunciare anzi continuare a valorizzare le esperienze di singole persone che non fanno più parte dei comitati (organi temporanei e rieleggibili). La conservazione della memoria storica al suo interno ha voluto rappresentare per l’associazione un chiaro segno di gratitudine verso chi ha bene operato e un tentativo di non ricominciare sempre daccapo, ignorando la memoria storica di chi ci ha preceduto e peccando di ingratitudine, un tratto frequente nella storia delle donne.

D Al momento dunque l’attività dell’UniCpo è interrotta?

R No, anzi è in piena evoluzione. Abbiamo portato a termine uno degli obiettivi del Protocollo d’intesa siglato con la Rete Nazionale delle Consigliere di Parità, Ministero del Lavoro, e di un secondo siglato con il Dipartimento Pari Opportunità, cioè la raccolta dei dati per il censimento dei comitati e in questi mesi abbiamo provveduto ad un secondo invio della scheda censimento per l’ultima verifica. I risultati saranno presentati a Roma tra settembre e ottobre prossimi, alla presenza delle istituzioni menzionate.

D Le faccio un’ultima domanda. Studia, insegna e si occupa di “genere”. Che ne pensa della cosiddetta “differenza di genere”?

R Spesso si sente dire o si legge che le associazioni femminili che hanno preceduto il femminismo degli anni Settanta, cioè quelle dei primi ’900 erano emancipazioniste, cioè volevano prevalentemente una eguaglianza con l’uomo, quasi una assimilazione con esso, mentre il femminismo successivo ha teorizzato la differenza fra i due sessi, privilegiando l’irriducibilità di un sesso all’altro. Io non credo che le epoche possano essere viste come rappresentative di una sola caratteristica. La storia è sempre mista e contaminata. Per quanto mi riguarda, non condivido una differenza intesa come dato biologico, mentre sostengo la validità del genere come categoria storico-culturale-politica, che muta con la storia e con l’intervento in essa della prassi femminile.

lunedì 14 luglio 2008

Antologia di scritti sulla questione femminile


«Sono le donne, si come anco gli uomini, composte di due parti, una delle quali é origine, e principio di tutte le più nobili operazioni, e si chiama da tutti anima. L'altra parte é il corpo caduco, mortale e ubbidiente ai comandamenti di quella, si come quello, che da lei dipende. Se noi la prima parte, cioè l’anima della donna consideriamo, senza dubbio se coi filosofi noi vogliamo parlare, diremo, ch'é tanto nobile l’anima dei maschi, come quella delle donne, perciò che l’una, e l’altra sono d’una medesima specie, e per conseguenza della medesima sostanza e natura».


Lucrezia Marinelli, La nobiltà e l’eccellenza delle donne coi difetti e i mancamenti degli uomini (opera apparsa a Venezia nel 1601).
Brano tratto da: Ginevra Conti Odorisio e Fiorenza Taricone, Per filo e per segno. Antologia di testi politici sulla questione femminile dal XVII al XIX secolo, Giappichelli, Torino 2008.

Il volume si presenta come una novità editoriale nel panorama italiano. Raccoglie infatti, nella veste di antologia, testi scelti di autrici e autori che si sono occupati pubblicamente della questione femminile, dal Seicento all’Ottocento. L’antologia ha quindi il pregio di presentare ad un largo pubblico testi poco conosciuti in Italia, alcuni dei quali appositamente tradotti, che hanno finora circolato in ambienti ristretti di studiosi. Voci maschili e femminili di diversi paesi, Italia, Francia, Inghilterra, America, sono dunque riunite in un’antologia scritta a due mani da studiose che da molti anni si occupano di pensiero politico e questione femminile.

I brani scelti sono preceduti da una nota biografica ragionata dell’autore o dell’autrice, per i quali si è avuto cura, quando è stato possibile, di inserire un ritratto. Il senso e l’ambizione di questa antologia risiedono non solo nel continuare a colmare lacune evidenti nella storiografia di genere, ma anche nel far conoscere veri e propri capolavori che hanno superato i limiti del loro tempo, e si presentano a noi con la forza dell’attualità. Gli argomenti trattati, sia che partano dal privato o dal pubblico, hanno lo spessore delle tematiche dirimenti: i diritti che caratterizzano le società civili, gli statuti di cittadinanza, la giustizia sociale, il lavoro come requisito della realizzazione personale.

Ginevra Conti Odorisio insegna Storia delle dottrine politiche nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Roma Tre ed è stata la prima docente in Italia ad insegnare la Storia della questione femminile nel 1985, presso la Luiss-G. Carli di Roma. Coordina un dottorato di ricerca sulla storia della questione femminile e le politiche di parità. È autrice di numerosi studi e monografie sul pensiero politico dal XVII al XIX secolo. Ha scritto la voce Femminismo per il Nuovo Dizionario Enciclopedico della Enciclopedia Treccani (1992), e il saggio La rivoluzione femminile in Eredità del Novecento (2001). È anche autrice di Harriet Martineau e Tocqueville due diverse letture della democrazia americana (2003) e una storia autobiografica della sua famiglia: Una famiglia nella storia (2000).

Fiorenza Taricone insegna Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Cassino dove presiede il Comitato per le Pari Opportunità. Dal 2006 è presidente dell’Associazione Nazionale Coordinamento Comitati Pari Opportunità (UniCpo). È autrice di saggi e monografie, particolarmente centrati su tematiche quali l’associazionismo in Italia tra Ottocento e Novecento, l’evoluzione dei diritti civili e politici, socialismo e liberalismo. Tra le sue pubblicazioni, Teresa Labriola. Biografia politica di un’intellettuale fra Ottocento e Novecento (Milano, 1994), L’associazionismo femminile in Italia dall’Unità al Fascismo (Milano, 1996), Ausonio Franchi. Democrazia e libero pensiero nel XIX secolo (Genova, 1999), Isabella Grassi Diari (1920-’21). Associazionismo femminile e modernismo (Genova, 2000), Il Centro Italiano Femminile dalle origini agli anni settanta (Milano, 2001), Teoria e prassi dell’associazionismo italiano nel XIX e XX secolo (Cassino, 2003), e Il sansimoniano Michel Chevalier: industrialismo e liberalismo (Firenze, 2007). È coautrice del primo manuale sulla storia della condizione femminile per le scuole superiori, nel 1992. Per la Commissione Nazionale Parità, di cui ha fatto parte dal 1994 al 1996, ha curato con altre autrici due volumi, in occasione del cinquantennio del voto alle donne e della partecipazione alla Costituente.

domenica 13 luglio 2008

Satisfiction n.4






In uscita, dal 16 Luglio in tutte le Feltrinelli, il numero 4 di Satisfiction che presenta 28 pagine con inediti di:

Charles Dickens
William Burroughs
Paul Auster
Jonathan Lethem
Jonathan Ames
Joe Strech
Mario Soldati
Curzio Malaparte
Piero Chiara
Giancarlo De Cataldo
Piero Colaprico
Filippo Tuena
Errico Buonanno
Afterhours

Le recensioni “soddisfatti o rimborsati” di questo numero sono firmate da:


Gaia Amaducci (Le Monde Diplomatique), Pietro Berra (Diario), Daniele Biacchessi (Radio 24), Ettore Bianciardi, Cinzia Bomoll, Roberto Borghi (Il Giornale) , Francesco Borgonovo (Libero), Annarita Briganti (Mucchio Selvaggio), Angela Buccella (GQ), Errico Buonanno, Alberto Casadei (L'Indice dei Libri), Alessandra Casella (Bookweb.tv), Stefano Ciavatta (il Riformista), Massimo Cotto (Radio Capital), Luca Crovi (RadioRai2), Chiara Cretella, Riccardo De Gennaro (L'Unità), Jacopo De Michelis, Igino Domanin (L'Unità), Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Marco Filoni (Sole 24 ore), Stefano Gallerani (Alias), Massimo Gardella (Carmilla), Bruno Giurato (Il Foglio), Francesco Longo (il Riformista), Leonardo Luccone (Oblique), Paolo Madeddu (Rolling Stone), Anna Mazzone (Formiche), Ettore Malacarne, Francesca Mazzuccato, Luigi Mascheroni (Il Giornale), Ernesto Milanesi, (Il Manifesto), Davide Morganti (la Repubblica), Davide Musso (Rolling Stone), Pierfrancesco Pacoda (L’Espresso), Valeria Palumbo (L'Europeo), Sergio Pent (TTL- La Stampa), Seba Pezzani (Il Giornale), Rossella Postorino, Raul Precht, Enrico Remmert, Valerio Rosa (L’Avanti), Davide Sapienza (Specchio-La Stampa), Simone Sarasso, Gian Paolo Serino (la Repubblica), Grazia Verasani, Stefania Vitulli (Il Giornale), Carlotta Vissani (Buscadero), Guido Vitiello (Internazionale), John Vignola (Mucchio Selvaggio)

venerdì 11 luglio 2008

La letteratura come dissenso - Manni


«Pensare la letteratura come dissenso significa riconoscerle la fun­zione di rappresentare le soggettività e le singolarità, nelle forme del racconto che agisce sul livello simbolico dando senso alla realtà. Non significa connotare la letteratura come militante, ma significa evidenziarne e sollecitarne la criticità di contenuti e l'alterità di for­me rispetto ai canoni di cultura e di stile ritenuti comunemente pre­valenti o sedicenti universali. Il dissenso, concetto complesso e mul­tiforme, va spiegato e ridefinito ad ogni occorrenza e circostanza, e regola se stesso e la pratica di pensiero o di azione che ne deriva se­condo il contesto da cui prende esistenza.

Il dissenso, dunque, è nella prospettiva di rappresentazione del­la realtà e del sé, e si qualifica, spesso suggestivamente, come pro­positivo, creativo, esistenziale, politico, di genere, eversivo, radica­le, ideologico, avvicinandosi così a concetti già noti e riconoscibili. Il dissenso è nella verità, relazionale, molteplice, provvisoria, dei contenuti e soprattutto nell'assertività e autorevolezza dello scarto da una norma sentita avulsa e non corrispondente al soggetto che lo esprime. La ricezione del fatto letterario e l'impianto critico e con­cettuale di riferimento - qui dato dalle prospettive di differenza di genere e multiculturalità consapevolmente situate - sono i fattori che attivano il dissenso e la politicità dei testi.

Il circolo virtuoso dell'ermeneutica tende così ad affermare il significato etico della letteratura e della critica letteraria; a richiamare alla responsabilità intellettuale e alla funzione civile della parola; a sollecitare il pensie­ro a porre "domande importanti"; a spiegare il femminismo quale condizione esistenziale e intellettuale. La narrativa di contenuti, le scritture di vita situata, la criticità del pensiero, in presenza di una ricezione consapevole, rappresentano un possibile argine al dilaga­re della cultura spettacolo e di un malinteso senso di cultura di mas­sa, ingannevole e contraddittorio, perché sostenuto da manipola­zioni consumistiche. Susan Sontag si domandava come riconciliare l'appoggio alla democrazia, intesa come sistema politico, con gli scrupoli sul sistema culturale. Per chi si occupa di didattica e ricer­ca, di creazione e trasmissione del sapere, è una questione aperta e problematica, politica».

Cristina Bracchi
Tratto da Cristina Bracchi (a cura di),
Le dissenzienti - Manni

Pensare la letteratura come dissenso significa riconoscerle la funzione di rappresentazione delle soggettività nelle forme del racconto, spazio ed esercizio di libertà. Non significa connotare la letteratura come militante, ma sollecitarne la criticità di contenuti e l'alterità di forme di rispetto ai canoni di cultura e di stile prevalenti. (dalla quarta di copertina)

martedì 8 luglio 2008

La Besa editrice e le Edizioni Controluce al Festival del Libro Possibile 08



Festival del Libro Possibile 10/13 luglio 2008 – Polignano a Mare

Numerosi i nomi e le novità, ancora una volta, per questa edizione del Festival del Libro Possibile a Polignano a Mare. La manifestazione cercherà di focalizzare l'attenzione su un vero e proprio gioiello dell'Adriatico, quale è la piccola cittadina pugliese, riconosciuto anche da Legambiente. Una Bandiera Blu dunque a testimonianza dell'impegno dell'amministrazione comunale in fatto di ambiente e più specificatamente circa la tutela di mare e spiagge; blu come un colore che nel caso del festival, ricorda anche il tema dell'edizione 2008: PAROLE NEL BLU, in memoria di Domenico Modugno, cantante icona di Polignano a Mare. La Besa editrice partecipa anche quest'anno alla rassegna, proponendo alcuni suoi autori: Paolo Pacciolla - Maria Luisa Spagna con il loro lavoro dal titolo "La Gioia e il potere. Musica e danza in India"; Raffaele Gorgoni "Communism Bed and Breakfast"; Federico Pirro e il suo "Bari brucia". Per le EDIZIONI CONTROLUCE, Ferdinando Boero con il suo ultimo lavoro dal titolo "Ecologia ed evoluzione della Religione" (EDIZIONI CONTROLUCE), che in un incontro con Piergiorgio Odifreddi parleranno di scienza e religione in un appuntamento imperdibile.

I nostri appuntamenti:

Venerdì 11 luglio 2008

Federico Pirro, Bari Brucia (Besa editrice)
Piazza dell’Orologio - Polignano a Mare - h. 21,00
Presentano l’autore Michele Costantino e Stefano Donno


Sabato 12 luglio 2008

Ferdinando Boero e Piergiorgio Odifreddi “Ecologia ed evoluzione della Religione” (EDIZIONI CONTROLUCE).
San Benedetto – Polignano a Mare . h. 21,00
Interviene Piergiorgio Odifreddi

Paolo Pacciolla – Anna Luisa Spagna
“La gioia e il potere” (Besa editrice)
Balconata – Polignano a Mare – h.21,00
Interviene Rosa Maria Cimino

Raffaele Gorgoni – “Communism Bed and Breakfast” (Besa editrice)
Balconata – Polignano a Mare – h. 22,30
Interviene Giorgio De Rienzo

martedì 1 luglio 2008

Versi di-versi


























Edita Literary Agency
presenta

Edita-re sogni
Incontri per menti ospitali


Giugno-luglio 2008

Versi di-versi
Venerdì 4 luglio ore 20,30
presso

Leonardo Caffè
via Santa Maria del Paradiso, 6 - Lecce

Riprendono gli incontri della rassegna “Edita-re sogni” promossi da Edita Literary Agency con il secondo appuntamento che vedrà coinvolti due singolari opere poetiche: Ieratico Poietico di Stefano Donno e Utero di Luna di Marthia Carrozzo, opere pubblicate da Besa editrice. I due autori presenteranno i rispettivi percorsi poetici caratterizzati da due modi differenti di scrivere e pensare la Poesia. Stefano Donno nella sua opera propone un canto disilluso, rabbioso, di lotta e impegno civile che tenta di raccordare sotto un’unica lente analitica le alterne vicende della storia dell’umanità fatta di orrori, scoperte, rivincite e speranza. Marthia Carrozzo possiede una poesia più oracolare, fatta per essere letta e recitata, densa di un lavoro metrico fitto e musicale sul corpo, e le sue passioni, che fa disfa mondi in cui la voce dei suoi versi diviene melodia universale, liquido amniotico in cui ogni ferita si ricuce.
Gli autori saranno introdotti da Rossella Bufano e Vito Antonio Conte.






L’orizzonte culturale del megalitismo (Besa editrice)
Giovedì 17 luglio ore 20,30
presso

Leonardo Caffè
via Santa Maria del Paradiso, 6 - Lecce


Marisa Grande presenterà il suo libro edito da Besa: L’orizzonte culturale del megalitismo. I monumenti megalitici hanno assolto nel Salento quel compito risanatore dell’attività vibrazionale della terra che fu anche degli henges dell’area euro-asiatica, delle piramidi in Egitto, delle ziqqurat in Mesopotamia e delle piramidi meso-americane.
L’organizzazione megalitica salentina descriveva sul territorio un modello a “tela di ragno”, quale riflesso della calotta celeste, la mitica “tela cosmica” nel cui centro si riteneva risiedesse la Grande Ragno, la dea tessitrice dell’Universo e detentrice del filo che intesseva il destino degli uomini e di tutto il cosmo. Ne discuteranno l’autrice e la guida turistica Silvia Mazzota. Interviene Lilly Astore e Stefano Delle Rose